Colostomia e ileostomia

Colostomia: viene confezionata quando è necessario asportare una parte di colon malato o quando è necessario sospenderne temporaneamente le sue funzioni.

La colostomia può rendersi necessaria quando sono presenti patologie come l’infiammazione intestinale (ad esempio Morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa), la diverticolite acuta, perforazione dei diverticoli, cancro del colon e del retto, stenosi e occlusioni intestinali, lesioni traumatiche addominali, incontinenza anale, malformazioni nei neonati e in età pediatrica.

Le colostomie si differenziano a seconda del tratto di intestino crasso che viene interrotto e abboccato alla cute in:

  • colostomia ascendente (regione addominale destra)
  • colostomia trasversa o centrale
  • colostomia sigmoidea (regione addominale sinistra)
  • ciecostomia (regione addominale destra)

La colostomia può essere temporanea o permanente.

Le feci che fuoriescono dalla colostomia sono generalmente normoformate, più o meno liquide in base all’altezza della resezione del colon.

Ileostomia: viene confezionata quando l’evacuazione naturale delle feci non è più possibile in seguito ad una grave patologia del colon che rende necessaria la sua totale resezione unitamente allo sfintere o la sospensione temporanea delle sue funzioni.

L’ileostomia può rendersi necessaria quando sono presenti patologie come Morbo di Crohn, colite ulcerosa, diverticolite perforata, poliposi familiare, cancro, pouch (tasca ricavata da un tratto di intestino e suturata allo sfintere anale), lesioni e malformazioni nei neonati e in età pediatrica.

L’ileostomia solitamente viene posizionata nella parte inferiore destra dell’addome e può essere temporanea (o protettiva, creata per un periodo di circa tre mesi) o permanente.

Le feci che fuoriescono dall’ileostomia sono semiliquide e contengono enzimi della digestione aggressivi, aumentando così il rischio di irritazioni e lesioni peristomali.